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La profezia su Papa Giovanni Paolo II e il Vaticano – chiamata anche “Il bagaglio del Papa” – fu ricevuta nel 1995 da Marcello Ezechiele Ciai,  e  si staglia sulle altre profezie di questo profeta di Assisi perché  si rivolge al Vaticano e a quel Pontefice di gigantesca levatura umana e spirituale quale fu Giovanni Paolo II, così tanto amato e apprezzato da tanti.
Su lui Marcello Ezechiele Ciai aveva avuto anche un sogno profetico pochi giorni prima del drammatico attentato a Piazza San Pietro e così l’aveva messo per iscritto: << Nel primo giorno del quinto mese dell’anno 1981, ho visto in sogno il Papa gravemente malato e pallido in viso, ma in piedi dietro un piccolo tavolino bianco di ospedale. Anche io stavo in piedi, di fronte a lui, in silenzio, come un allievo dinnanzi al suo maestro >>.
Tredici giorni dopo Giovanni Paolo II, anche se gravemente ferito nell’attentato, rimase in vita, “in piedi”. Dalle parole di questo racconto trapela un sentimento di profonda riverenza verso quel grande Papa.
Si vede qui il profeta in attento ascolto del magistero della Chiesa.
Ma quando è il profeta a parlare, perché così il Signore lo muove, allora “il Papa deve ascoltare quello che dice lo Spirito Santo”: come ebbe a dire il cardinale Christoph Schoenborn quando due membri della comunità di Marcello gli sottoposero la Profezia sul Papa perché la trasmettesse a Giovanni Paolo II. E al Papa la profezia, che fu divulgata alla sua presenza anche a Roma e ad Assisi, arrivò. I suoi effetti? Molti osservatori hanno notato che il linguaggio e gli atteggiamenti del Papa sono poi cambiati, assumendo toni più gravi, e dando meno spazio a quegli aspetti di trionfalismo che tanto consenso intorno a lui alimentava e che è proprio quanto lo Spirito denunciava nella profezia. Ma questa profezia sembra estendersi oltre il pontificato di Papa Wojtyla, poiché al Vaticano preannunciava anche: <<Ogni protezione è divelta, o casa di Pietro! >>

Ecco la profezia:

«Tu allora città sulla terrazza, in mezzo al frastuono insulso e chiassoso della città gaudente, perché stai a guardare? Dice il Signore, Dio degli eserciti. E già, i tuoi morti non muoiono in guerra, i tuoi feriti non si feriscono combattendo e i tuoi eroi fuggono prigionieri.
Il tuo capo passa blindato sul cocchio lussuoso.
Non si è accorto accartocciato (1), che io, faccio cadere o preservo Presidente e Faraone? Si prepara una tomba nei sotterranei regali e dalla casa in montagna si affaccia anche a proclamare. Oh ignominia per la mia Chiesa chi mi potrà fermare?
Questi sono i giorni, ho detto: - Tremenda sarà la grande esplosione finale -.
Dice il Signore.
- Guerre, carestie, malattie, droga, sequestri, attentati, brutalità, stupri, violenze, omicidi, suicidi, stragi, terremoti e calamità -. 
- Alza le mani, battile, batti i piedi, strappati i capelli, buttati per terra, 
digiuna e piangi -.Ma tu dici: “Sono Vicario, prepariamoci al nuovo millennio, mangiamo e beviamo…” Perché non cambi tu allora il proverbio popolare: “Non cade foglia che Dio non voglia”?!
Il popolo ti acclama, perché non gli dici: “Non cade foglia che Papa non voglia”?!
In quei giorni invece il chiodo fissato in luogo sicuro cadrà e tutto si frantumerà, perché io il Signore ho parlato. 
I tuoi alleati si armano, i guerrieri crudeli si appostano alla tua porta. Pupazzi di guardie al palazzo reale, potranno difenderti?
Ogni protezione è divelta, o casa di Pietro!.
Sacerdote, prega per il tuo profeta: da chi ti verrà l’aiuto? Non dai monti né dall’altare. Nessuno può fermare il mio furore. Piangi, piangi figlia di Sion; troppo grande è il mio lutto e la mia desolazione, per quei giorni di terrore voluti dal Signore, Dio degli eserciti»

1) Il riferimento è probabilmente al drammatico attentato del 1981, in piazza San Pietro, in cui il Papa, pur gravemente ferito e accasciato su sé stesso, si salvò miracolosamente.

 

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